Pensare e agire out of the box fa decisamente la differenza. Soprattutto nel business. C’è chi nasce out of the box. Sono quelle persone che da subito, appena venute al mondo, si muovono in maniera diversa dalle altre. Nelle grandi come nelle piccole scelte sono in grado di tracciare le proprie orme senza seguire nessuno. Queste sono persone fortunate perché è il loro istinto che le guida nelle scelte e nelle scommesse. Ma chi non ha questo super potere come può sperare di avere successo? Attenzione non sto parlando di ricchezza, ma della capacità di realizzare i propri sogni.
La brutta notizia è che non esistono formule matematiche e nemmeno algoritmi intelligenti capaci di trovare la soluzione extra-ordinaria in grado di risolverci il problema allo schioccare delle dita. La buona notizia è che il pensiero out of the box si può allenare. Come? Interessandosi sinceramente a ciò che è diverso da noi, dai nostri interessi, dal nostro lavoro. Prendiamo, per esempio, la necessità di un artista di diventare famoso per poter vendere le proprie opere a prezzi mirabolanti. Conoscete qualche esempio? Sicuro. Il mio preferito è Banksy, ex writer.
Pensare fuori dagli schemi per avere la performance perfetta è il normale modus operandi di chi ha deciso di far conoscere al mondo la propria arte. Banksy, il celebre artista senza volto di Bristol ne è la prova provata. Nel 2018, la sua tela intitolata The Girl With The Balloon fu parzialmente triturata appena dopo essere stata battuta all’asta da Sotheby’s per 1,18 milioni di euro. Qualcuno gridò allo scandalo. Sotheby’s, al contrario, lo definì l’evento artistico più significativo del XXI secolo. Lo stesso proprietario che se lo era aggiudicato si fregò le mani, incredulo di tanta fortuna. Perché? Perché dopo soli 3 anni, quella stessa opera, nella stessa sala in cui era già stata battuta la prima volta, ha superato i 25 milioni di euro.

Ma Banksy non è nuovo a questa messa in scena dell’arte. Un’azione mai fine a sé stessa, ma ideata per comunicare sé stesso e i messaggi. Tanto è vero che il suo essere sulla bocca di tutti è dovuto proprio a una delle sue performance fuori da ogni tipo di schema. Se fossi un artista, e fossi nato in Inghilterra, probabilmente mi piacerebbe vedere le mie opere appese nei musei più importanti al fianco delle opere di pittori come William Blake o Edward Hopper. Quello che per molti è solo un sogno, al più, una finzione da film d’azione, Banksy lo ha reso reale. Nell’inverno del 2003, quindi 15 anni prima di Sotheby’s, una persona entrò nella Tate Britain, uno dei musei più prestigiosi del Regno Unito e appese ex novo un quadro alla parete. Nei successivi 18 mesi, opere illecite apparirono nel Museo di Storia Naturale di Londra, al Louvre di Parigi, al Museo di Arte Moderna di New York. Tutte clandestinamente installate dall’anonimo sconosciuto. Sette gallerie per 7 opere. Alcune rimasero appese per sole due ore, ma in altri casi rimasero lì per giorni. Il risultato? All’improvviso tutti conobbero il suo nome: Banksy.
Il pensiero out of the box di Banksy a cui è seguita un’azione concreta lo ha portato a raggiungere la notorietà desiderata. Una visibilità necessaria affinché i messaggi delle sue opere arrivassero non solo agli avventori metropolitani, ma a tutto il mondo. Come succede per qualsiasi sua opera. Banksy è decisamente un esempio di successo di come ragionare in maniera diversa dal gruppo di origine possa portare a enormi benefici. Attenzione. Prima di partire, devi sapere dove sei diretto. Quindi definisci in maniera chiara il tuo obiettivo. Dopo questa prima fase (fondamentale) il mondo è pieno di Banksy a cui ispirarsi. Basta cercare.
Infine, per capire quanto il tuo brand sfrutta il suo potenziale, investi qualche minuto del tuo tempo nel compilare il ROI Test. Scopri di cosa si tratta. Non è un esame, ma potrebbe darti molte soddisfazioni.