"Il giusto errore" di Amy Edmondson esplora come accettare e gestire i fallimenti possa stimolare l'innovazione e la crescita personale nel marketing e nella creatività
Sbagliando s’impara; Chi non fa, non falla; L’errore è il ponte verso il successo; Cadere sette volte, alzarsi otto: gli antichi già lo sapevano, ma come si può trasformare l’errore in una catapulta verso il successo? In un mondo ossessionato dal successo e dalla perfezione, il concetto di errore è spesso visto con terrore. Tuttavia, nel suo libro “Il giusto errore“, Amy Edmondson, professoressa di Leadership e Management alla Harvard Business School, sfida questa percezione. Vincitrice del Financial Times and Schroders Business Book of the Year Award 2023, l’opera esplora come il fallimento, quando gestito correttamente, possa diventare una fonte di crescita personale e innovazione.
Edmondson, pioniera nello studio della sicurezza psicologica nei luoghi di lavoro, distingue tra tre tipi di fallimenti: elementari, complessi e intelligenti. I fallimenti elementari sono quelli causati da errori evitabili, come le dimenticanze o le negligenze, che possono essere prevenuti con attenzioni e sistemi di controllo adeguati, come le checklist. Sebbene fastidiosi, sono i più facili da identificare e correggere.
I fallimenti complessi, d’altra parte, derivano da una combinazione di fattori, spesso intrecciati in maniere intricate e impreviste. Questi fallimenti sono difficili da prevedere e richiedono una comprensione più profonda dei sistemi e delle interazioni. Nel marketing, per esempio, una campagna può fallire a causa di un mix complesso di timing sbagliato, messaggi inadeguati e cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Questi fallimenti offrono lezioni preziose e sono cruciali per l’innovazione sistematica.
I fallimenti intelligenti, infine, sono quelli che spingono avanti la scienza, la tecnologia e persino le strategie di marketing. Questi errori sono vitali perché permettono di esplorare nuove idee e scoprire cosa funziona davvero, elemento fondamentale in un campo dinamico come il marketing.
La riflessione sul fallimento non è nuova. Filosofi come Nietzsche hanno a lungo promosso l’idea che “ciò che non uccide, fortifica“, suggerendo che gli ostacoli e gli errori sono essenziali per il nostro sviluppo personale e professionale. Allo stesso modo, ricercatori contemporanei come Brené Brown hanno esaltato i benefici della vulnerabilità e dell’accettazione dell’errore come passaggi verso un’autentica creatività e innovazione.
Nel contesto del marketing e della creatività, dove l’innovazione è costantemente ricercata, il concetto di “fallire velocemente e spesso” è stato abbracciato da molte aziende leader nel settore tecnologico come un modo per accelerare l’apprendimento e l’adattamento. Questa filosofia supporta l’idea che attraverso rapidi cicli di prova ed errore, le organizzazioni possano scoprire le soluzioni più efficaci e creative.
Edmondson nel suo libro non solo teorizza, ma fornisce strumenti pratici per imparare a riconoscere i diversi tipi di fallimenti e a gestirli in modo costruttivo. Uno degli strumenti essenziali è la checklist, che può prevenire errori elementari e aiutare a gestire i rischi associati ai fallimenti più complessi. Questo è particolarmente rilevante nel marketing, dove una campagna mal concepita può essere rapidamente corretta e ottimizzata grazie all’analisi continua dei dati e al feedback del pubblico.
“Il giusto errore” di Amy Edmondson offre una prospettiva differente su come i professionisti del marketing e della creatività possono usare il fallimento come un potente strumento di apprendimento e innovazione. Accogliendo gli errori, non come segni di debolezza, ma come opportunità di crescita, possiamo spingere i confini della creatività e del successo. Questo approccio non solo migliora la nostra resa professionale, ma arricchisce anche la nostra esperienza umana, insegnandoci a vivere con gioia e apprezzamento per la nostra intrinseca fallibilità
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