IL PUNGOLO DOLCE

da Matteo Di Febbo
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Copywriter, storyteller, pubblicitari e più in generale i creativi hanno avuto a che fare nella loro carriera con il Nudging. Alcuni lo apprezzano. Altri lo tollerano. Qualcuno lo odia. La traduzione più indicata di questa espressione inglese è Pungolo Dolce.

«Il Nudging, sono le parole del suo ideatore, è qualsiasi aspetto della presentazione delle scelte che condizioni il comportamento degli individui, senza vietare però alcuna possibilità.»
La disparità di opinione degli addetti ai lavori è data dal fatto che il nudging non nasce negli uffici delle agenzie pubblicitarie. Il pungolo dolce è il prodotto di anni di ricerche delle neuroscienze applicate al comportamento del consumatore. Studi che hanno dato agli psicologi il lasciapassare delle scrivanie più importanti delle agenzie di comunicazione. Uno step fondamentale che ha permesso al suffisso neuro di legarsi a un discreto numero di discipline dedicate al marketing. Noi di CopyGraphing siamo dell’idea che tutto, o quasi, possa tornare utile per rendere la comunicazione dei nostri interlocutori più ingaggiante e dare modo così al brand di alimentare una propria community che si stringa attorno ai valori di marca.

Ma come si può sfruttare al meglio il pungolo dolce? Uno delle prime funzioni del nudging è smantellare passo passo i bias cognitivi degli individui. Anche questo termine è nato sui libri di psicologia cognitiva. Il bias indica una valutazione erronea dell’individuo causata da un pregiudizio scaturito da informazioni parziali che impediscono di agire in maniera alternativa.

I bias hanno terreno fertile nelle chiacchiere da Bar Sport. Qui è facile sentire espressioni come è tutto un magna magna, i politici sono bravi solo a rubare (come la Juve), l’auto elettrica non serve a nulla, e il super bonus del 110% è una fregatura. 

Il pungolo dolce è proprio quello strumento ideato dai neuropubblicitari (espressione che genera prurito bipartisan) per togliere la chiave di volta da quell’arco formato dai pregiudizi. In questo periodo, in TV gira lo spot WindTre che ripercorre alcune tra le previsioni più “sbagliate” della storia, poi smentite dai fatti. Ecco, questo è un ottimo uso del pungolo dolce, perché va a erodere le fondamenta delle convinzioni basate su informazioni del tutto parziali. 

Attenzione il nudging non è una call-to-action. È qualcosa di più sottile. Di più elegante. È quell’energia che permette a un seme di germogliare e di farsi strada tra la terra. Il pungolo gentile è quel non so che capace di spostare l’attenzione del cliente da devi fare quella cosa a voglio fare quella cosa. Infine, per capire quanto il tuo brand sfrutta il suo potenziale, investi qualche minuto del tuo tempo nel compilare il ROI Test. Scopri di cosa si tratta. Non è un esame, ma potrebbe darti molte soddisfazioni.

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