LA NEWSLETTER, LO STRUMENTO PER BYPASSARE I CAPRICCI DI FACEBOOK

da Silvia Mangiarotti
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Tutti i brand hanno storie da raccontare. Alcune sono più interessanti. Altre lo sono meno. Spesso, per farle splendere sotto una luce più bella, ci si affida a un ufficio stampa con la speranza che qualche periodico, web magazine o quotidiano si interessi alla nostra storia. Ma perché passare da un intermediario, o più intermediari, quando è possibile andare in diretta con il nostro interlocutore? 

Forse perché non siamo abituati a ragionare out of the box. Provare nuove strade è sempre utile. La newsletter è una di quelle strade. Ciò è vero per i brand. Ma lo è anche per chi decide d’intraprendere nuove strade e ha la passione di raccontarle. 

È il caso della giornalista Emily Atkin. Si occupava di ambiente per il magazine New Republic. Dopo essere stata licenziata, Atkin si è inventata una newsletter per parlare di cambiamento climatico chiamata Heated. Ora ha 2.500 iscritti e un fatturato di 175.000 dollari. Sì, perché la newsletter può essere uno di quei contenuti che le persone sono disposte a pagare. 

Se scritta bene, la newsletter è uno strumento molto efficace ed efficiente. Arriva direttamente nella casella di posta elettronica bypassando i capricciosi algoritmi di Facebook e Twitter. È voluta, dato che si tratta di una scelta piena e consapevole dell’utente. È libera perché esprime la passione e l’opinione del giornalista o del creatore di contenuto. Arriva con regolarità e aiuta il lettore a rimanere aggiornato su ciò che ama. 

Ecco perché ogni brand dovrebbe farsi carico di ideare una newsletter legata al proprio ambito. Sarebbe un ottimo strumento per veicolare i valori del brand. Potrebbe diventare il punto di riferimento per quella nicchia di mercato e quindi aumentare la awareness nei confronti dei lettori. Essere percepiti come esperti di un determinato settore grazie a una newsletter ben costruita rende molto più credibile la propria attività e i propri prodotti. L’importante è dedicarle del tempo per creare contenuti di qualità. 

Attualmente sul mercato esistono delle piattaforme che consentono anche ai più inesperti di creare una newsletter leggibile e decisamente completa: Platformer, Substack, e l’italiana Mindit. Per lo scrittore, i loro servizi sono gratuiti. Ma non serve andare su tutti e tre. Ne basta una per diventare bravi e chiedere di farsi pagare. Certo, una volta iniziata l’avventura, sarebbe il caso di applicare qualche regola di marketing editoriale per farsi conoscere più rapidamente e spingere i nuovi lettori a chiedere dei contenuti a pagamento. 

Infine, per capire quanto il tuo brand sfrutta il suo potenziale, investi qualche minuto del tuo tempo nel compilare il ROI Test. Scopri di cosa si tratta. Non è un esame, ma potrebbe darti molte soddisfazioni.

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