Le bugie nel marketing hanno le gambe (molto) corte e nessuno ti perdonerà per averle dette
Bugie, menzogne, falsità, mezze verità, frottole e bufale: in libreria si trovano diversi titoli che trattano il tema delle bugie utilizzate dal marketing per vendere di più un prodotto.
Un indizio o forse una certezza che per vendere di più i brand siano disposti davvero a tutto. Un vizio che sembra incontrare l’interesse dei prodotti alimentari.
Fortunatamente sono titoli abbastanza vecchi. Il più recente è del 2016. Anche questo è un indizio che forse, la consapevolezza dei brand, delle agenzie di comunicazione e delle persone è cambiata.

Considera che, prima di acquistare il tuo prodotto, il cliente è già stato sul web. Ha letto e guardato le varie recensioni disponibili. Ha chiesto informazioni a chi l’ha già acquistato. Ha trovato delle fonti certe, almeno per lui. Ma che peso avranno queste informazioni rispetto alla tua comunicazione?
I nodi al pettine arrivano sempre. E la comunicazione non fa eccezioni. Le vecchie agenzie esistono ancora. Ma le vecchie abitudini sono cambiate. Una volta era normale che il direttore artistico non rivolgesse la parola al neoassunto o allo stagista. Troppo in basso per potersi abbassare. Un tempo in cui l’account, il creativo e il grafico avevano la meglio su tutti. Ma oggi? Le skills, le qualità, le competenze che un’agenzia deve necessariamente avere non arrivano più esclusivamente dalla divisione creativa, in senso stretto. Le idee vincenti possono arrivare dagli studi di paleontologia della ragazza seduta alla scrivania del reparto amministrazione. Ma anche dal criminologo che sta prendendo un caffè insieme a un collega gamer del reparto eventi.

Oggi le agenzie non hanno più una gerarchia verticale, ma sono orizzontali. Chi gestisce un’agenzia in maniera illuminata ha chiaro in testa che la creatività, intesa come una volta, non è più dominio del direttore creativo, ma è la sommatoria dei singoli addetti. E questa diversa visione responsabilizza molto il singolo facendo in modo che le mezze verità, se non bugie, abbiano davvero le gambe corte.
Certo, il brand è libero di comunicare ciò che vuole, ma il peso dell’opinione del potenziale cliente e dell’agenzia è difficile da non considerare nell’ideazione di una campagna stampa. Quindi, da subito è meglio puntare su altro. Essere sinceri e comunicare la propria coerenza di brand è fondamentale per trasformare un successo momentaneo in qualcosa di duraturo. E CopyGraphing sposa questa linea della coerenza tout court sicura che in ogni prodotto e in ogni brand esistano valori e potenzialità che hanno solo bisogno di essere comunicati nei canali e nelle modalità corrette.