Dopo le notizie sui dati delle vaccinazioni in Italia e all’estero contro il Covid, dopo la resistenza di Donald Trump a lasciare la Casa Bianca, la terza notizia che sta sulla bocca di tutti è l’abbandono dei social media da parte del luxury brand Bottega Veneta. Indipendentemente dal perché, il primo risultato è stato l’eco di questa azione. Tutti ne stanno parlando. Anche chi non è un fashion addicted ha googleato Bottega Veneta nelle ricerche del proprio browser per capire chi diamine fosse questo brand.
Per chi non ne sapesse proprio nulla, martedì 5 gennaio, Bottega Veneta ha letteralmente chiuso tutti i canali dei social network in cui era presente. Twitter, Facebook e persino Instagram su cui aveva 2,5 milioni di follower. Una decisione che entrerà decisamente nella storia della comunicazione. Soprattutto in questo periodo di lockdown a singhiozzo dove l’online ha colmato il vuoto provocato dall’impossibilità di muoversi. Un atto così forte e così silente che ha creato un eco assoluto. Così, siamo certi che anche tra 10 anni ci ricorderemo di questo gesto come ci ricordiamo della restituzione delle 2 stelle Michelin da parte di Gualtiero Marchesi, avvenuto nel 2008.

E non è stato l’unico. Diversi illustri chef stellati hanno restituito i riconoscimenti stellari alla guida Michelin. In molti, infatti, hanno rimproverato all’edizione gastronomica di rappresentare non solo un ostacolo alla loro libertà creativa, ma anche di accrescere a dismisura le aspettative dei loro clienti. Che valga lo stesso principio anche per i brand del lusso? Lusso, tra le cui caratteristiche consustanziali c’è il suo essere atemporale e quindi slegato dal dover essere continuamente dato in pasto a uno stuolo di seguaci, fittizi o presunti tali, il cui unico scopo a volte è il solo voyerismo.
Una decisione dirompente, quella di lasciare i social, che solo chi ha grande coraggio e la capacità di non prendersi troppo sul serio ha la forza di sostenere. Tanto è vero che la seconda reazione a questa nuova strategia comunicativa di Bottega Veneta è stata l’innesco nelle persone di una ricerca angosciosa di nuove informazioni, di nuovo materiale. Lo avresti mai detto? Prima della chiusura totale dei vari canali social, Bottega Veneta aveva annunciato a dicembre la presentazione speciale chiamata Salon 01 London; evento a cui è stato invitato solo un illustre gruppo di celebrità a cui è stato vietato di postare immagini. Quindi massima segretezza.

Chi era presente? Dove ha postato? Che capi e accessori sono stati presentati? Perché tanta segretezza? Oggi sono quelle le informazioni a cui tutti vogliono accedere. Perché i social ci hanno abituato a questo. Ricordo come fosse passato un secolo quando si andava alle sfilate per vedere i vestiti e non certo per fare le dirette Instagram. Era prima del 2007, quando ancora la mela non aveva lanciato il suo melafonino che tanto cambiò le cose. La mossa eclatante di Bottega Veneta ha aumentato a dismisura in queste settimane l’interesse da parte della sua ex-community di follower e di nuovi adepti proprio perché questa chiassosa assenza le ha ridato le chiavi e quindi il controllo della sua potenzialità di essere un brand aspirazionale. E per essere tale, ci deve essere necessariamente un nuovo distacco dalla consuetudine di comunicare sempre e tutto. Ma quanto durerà questo stato? Quale sarà la prossima mossa e a quale velocità dato che ormai i fashion addicted sono abituati a essere stupiti con cadenza quotidiana? La mossa di lasciare orfani i propri follower può essere valida anche per te? Come si fa a stabilirlo? Domande e risposte che percorreremo insieme a CopyGraphing. Perché l’importante non è fare per fare, ma fare per raggiungere un obiettivo.